"Alzo gli occhi al cielo in attesa del giorno in cui ci informeranno che la guerra è finita, che è tempo di tornare a vivere, ma vivere per davvero"

LONDRACoronavirus: come sta cambiando la vostra vita? Scriveteci

Raccontaci come stai affrontando la quarantena o come questa emergenza sta cambiando la tua vita. Una testimonianza scritta, una foto, un video che pubblicheremo. Un modo per stare più vicini, seppur distanti. Scrivi a storie.ildispaccio@gmail.com

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Ricordo quando mia nonna, seduta sul suo divano, mi raccontava di quando era bambina, dell'epoca in cui aveva vissuto, dei sacrifici che accompagnavano le sue giornate, del pezzetto di pane che doveva bastare per il pranzo e per la cena, di quella paura di morire che non mi ha mai confessato, ma che io sono riuscita a leggere tante volte nei suoi occhi. Beh, ora so che quando avrò la sua età, avrò anche io qualcosa da raccontare ai miei nipoti. Gli racconterò di quello che oggi stiamo vivendo, nel 2020, l'era della grande tecnologia, in cui un like è più importante dell'abbraccio della persona che ci siede a fianco, l'epoca in cui non si ha tempo per una chiamata, tempo per una chiacchierata, l'epoca in cui non si ha tempo per nulla. La pandemia che stiamo vivendo, il coronavirus, è una guerra vera e propria con un nemico invisibile, ma che fa male, che si porta via le persone a noi care, un nemico che distrugge quello che, con fatica ci siamo costruiti, un nemico che ci sta rubando il nostro tempo e, soprattutto, la possibilità di viverlo. Paradossalmente però, di tempo, ce ne sta lasciando parecchio: tempo per riflettere sulla nostra vita, per capire se siamo davvero soddisfatti di ciò che facciamo ogni giorno, tempo per stare con le persone che amiamo, tempo per fare finalmente quella chiamata a quell'amico che non sentiamo da tanto. Ai miei nipoti racconterò anche di tutte quelle volte in cui avrei voluto prendere un aereo per fare ritorno nella mia patria, la mia terra, lì dove la mia famiglia risiede, ma dirò loro anche il grande senso di responsabilità che ogni volta ha preso il sopravvento e mi ha spinto a rinunciare a questo, per proteggere cosa e chi amo. Gli racconterò di quanto fosse strano per noi, i ragazzi fuori sede, ritrovarci costretti dentro le mura di casa, lontano da quel mondo che non abbiamo mai o del tutto apprezzato davvero, per ritrovarci infine, un po' come le nostre nonne, a sperimentarci in cucina, imparando a fare il pane, la pasta fatta in casa e qualsiasi cosa possa impegnare la nostra giornata, sfruttando la tecnologia per una giusta causa, ovvero farci sentire ogni giorno più vicino a chi amiamo. Mentre scrivo, il telegiornale mi informa delle ultime notizie dal mondo, si perché la mia idea di coronavirus è un po' estesa a tutto il mondo perché è in tutto il mondo che io ho un pezzo di me e del micuore. Ascolto quello che dicono e anche per oggi la frase è sempre la stessa: "restate a casa, andrà tutto bene, stay home, save lives"...

Alzo gli occhi al cielo in attesa del giorno in cui ci informeranno che la guerra è finita, che è tempo di tornare a vivere, ma vivere per davvero.

di Giorgia Rocca