“Cemetery boss”: ecco le dichiarazioni dei pentiti che incastrano le cosche Rosmini e Zindato

pentito 500di Claudio Cordova - Oltre a quelle dell'ormai noto Enrico De Rosa, a carico degli indagati dell'inchiesta "Cemetery boss" pesano le dichiarazioni di due nuovi collaboratori di giustizia: Stefano Tito Liuzzo e Federico Greve. I racconti dei tre pentiti ricostruiscono organici e gerarchie delle cosche reggine Rosmini (soprattutto) e Zindato, colpite dall'inchiesta coordinata dai pm antimafia Stefano Musolino e Sara Amerio.

Dieci gli arresti operati dalla Polizia di Stato, per bloccare gli affari delle cosche nell'edilizia e, in particolare, i lavori, gestiti in regime di monopolio, all'interno del cimitero del rione Modena di Reggio Calabria.

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STEFANO LIUZZO

Liuzzo è un personaggio storico della cosca Rosmini, divenuto collaboratore di giustizia dopo anni di detenzione nell'ambito del procedimento "Araba Fenice". Ai pm reggini, Liuzzo parla dei suoi rapporti con Diego Rosmini, uno dei soggetti più importanti del clan. Liuzzo parla degli interessi della famiglia Rosmini nella gestione dei lavori nel cimitero di Modena: "Il monopolio assoluto è in mano a Franco Giordano e Pino Angelone, datogli da Dieguccio classe 1972, Giovanni e Totò Rosmini. Parlo di tutto: tumulazioni con l'impresa funebre, scendendo da via Pio XII , lavori edili (edificazione e ristrutturazione di cappelle) fatte con imprese riferibili a Franco Giordano (che tuttavia opera in nero anche su mio suggerimento). per i fiori. invece, il referente era Franco Rosmini". Se Franco Giordano era il volto imprenditoriale dei Rosmini, Peppe Crisalli era il riferimento della consorteria sui cantieri avviati [... il via libera ai lavori lo davano i Rosmini. Peppe Crisalli era stipendiato ... chi prendeva i soldi ed i lavori era Franco Giordano mentre il referente sul cantiere era Peppe Crisalli (per conto della quale realizzava palazzine. appalti privati anche all 'interno del cimitero di Modena) ...]. Giordano – prosegue il collaboratore di giustizia - era uomo di fiducia dei Rosmini al punto da essere deputato a mantenere i rapporti con il Responsabile per il Comune d Reggio Calabria dei Servizi cimiteriali presso il cimitero di Modena, Carmelo Manglaviti, odierno indagato e finito agli arresti domiciliari. La vicinanza dalla cosca di Manglaviti avrebbe consentito a Crisalli di avere"... l'appalto assoluto per le tumulazioni. Franco Giordano aveva un rapporto stretto con Manglaviti. Il metodo vale anche per i cimiteri di Condera e di Arangea. Tante ditte hanno tentato di entrare al cimitero di Modena, ma difficilmente potevano farcela ... il Comune aveva destinato una stanza a Condera dove c 'era Manglaviti, il fratello di Bruno, il pescivendolo, per la gestione della concessione relative ai terreni per edificare cappelle. Franco Giordano aveva un filo diretto con Manglaviti ... ".

FEDERICO GREVE

Entrato da giovanissimo nella cosca Rosmini, anche Federico Greve aiuta gli inquirenti a ricostruire gli assetti criminali, ma, soprattutto l'alleanza con Manglaviti per i lavori nel cimitero. Greve lo definisce" ... responsabile del cimitero che ha contatti diretti con i Rosmini ed è lui che dà il lavoro. So che è uno vicino alla famiglia e si prestava a dare lavori ed in cambio gli davano la bustarella. È un funzionario del comune a livello apicale ..." Ancora, sono diversi i dati intercettivi registrati e dal cui contenuto emerge che Salvatore Claudio Crisalli, Massimo Costante e Franco Giordano, operano all'interno del cimitero del quartiere Modena, nel settore delle tumulazioni ed estumulazioni delle salme, nonché in quello della edificazione e ristrutturazione di cappelle funerarie, tanto da essere interlocutori privilegiati per il dirigente comunale Manglaviti, responsabile del Servizio Cimiteri del Comune di Reggio Calabria, oltre che di altri dipendenti pubblici. Greve precisa, inoltre, che il territorio appannaggio della cosca Rosmini era quello compreso lungo tutto il Viale Europa sino al semaforo per poi continuare fino al ponte San Pietro compresa tutta la via del Seminario la cosca Zindato, invece, era egemone per tutta Ciccarello fino alla scuola Fermi, San Giorgio e Boschicello erano territorio dei Caridi.

ENRICO DE ROSA

Circostanze confermate anche dal collaboratore De Rosa, con un passato da immobiliarista dei clan e molto vicino ai boss Checco Zindato, Demetrio Sonsogno, detto Mico Tatù, nonché gli esponenti della 'ndrangheta di Archi, Vincenzino Zappia e Giovanni De Stefano. Le conoscenze di De Rosa riguardano anche Franco Giordano , il quale non era in buoni rapporti con Zindato ritenuto coinvolto nel tentato omicidio in suo danno. Sul ruolo di Giordano, De Rosa afferma: "E' esponente della cosca Serraino nel quartiere di Modena, ha una sala giochi, fittiziamente intestata a un suo nipote, sotto casa di mia nonna". Da intraneo alla ' ndrangheta De Rosa colloca all'interno del contesto criminale gli indagati Richichi e Missineo costoro, unitamente a Fabio Quirino (ucciso alcuni anni fa in un agguato e ritenuto longa manus di Mico Tatù - , indicandoli come i venditori al dettaglio di ogni tipo di stupefacente (cocaina, marjuana, eroina) per conto di Checco Zindato e dello stesso Sonsogno.