Scuole di specializzazione medica, Granato (M5S) va al Miur: "A vantaggio dei medici l'Università di Catanzaro superi le carenze"

«Le scuole di specializzazione medica dell'Università di Catanzaro potranno ottenere l'accreditamento se lo stesso ateneo e il suo policlinico vorranno seguire in concreto le indicazioni dei ministeri dell'Università e della Salute, se, cioè, si adegueranno nei fatti alle regole e ai parametri validi in tutta l'Italia». Lo afferma, in una nota, la senatrice Bianca Laura Granato, segretaria della commissione Istruzione pubblica e Beni culturali, a seguito di specifico colloquio con dirigenti del Miur.

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«I medici calabresi – prosegue la parlamentare 5 Stelle – hanno bisogno di scuole di specializzazione che rispecchino i parametri qualitativi nazionali. Bisogna lavorare seguendo le indicazioni dei ministeri, che attraverso l'Osservatorio nazionale non hanno mai smesso di fornire consigli e indicazioni sulle strategie da seguire. Non esiste alcun pregiudizio, tutt'altro, verso l'Università di Catanzaro e il suo policlinico. La realtà – continua la senatrice – è che quattro corsi non hanno raggiunto le mediane negli indici di valutazione dell'attività dei docenti e due, invece, non hanno i volumi obbligatori di prestazioni delle attività sanitarie. Si tratta di dati oggettivi, che un'attenta gestione delle politiche dell'ateneo catanzarese e del suo policlinico avrebbero potuto evitare. È falsa la narrazione che un intervento politico aveva evitato la chiusura delle scuole. In realtà il loro accreditamento definitivo era subordinato al superamento delle criticità rilevate. È sbagliato e controproducente – sottolinea la senatrice – domandare alla politica sconti sulla qualità prevista dagli standard nazionali. Sarebbe come chiedere che i medici calabresi si accontentino di una formazione di serie B, acquisendo un marchio discriminante per la loro professionalità. Da politici calabresi dobbiamo pretendere invece che le scuole di specializzazione della Calabria siano qualitativamente pari se non superiori a quelle delle altre regioni». «A questo punto – conclude Granato – spetta all' Università di Catanzaro la scelta se privare la città e la regione di queste opportunità formative oppure se risolvere il problema alla radice, così come sarebbe alla sua portata».