Reggio Calabria vuole vincere

rifinituraplayoffdi Paolo Ficara - Questa immagine racchiude un po' tutto. Una squadra atta a preparare un importante check-point; uno striscione d'incitamento; nell'angolo in basso, un ragazzino che ha ricevuto in dono una maglietta di Gasparetto, a testimoniare la voglia di indossare l'amaranto per le nuove generazioni. Ma c'è un particolare che non siamo riusciti a cogliere, qualche istante dopo. Bellomo svolge gli esercizi atletici, curiosamente con un pallone sotto braccio: il tempo di avvicinarsi ad un bambino di tre anni, per consegnarglielo e farlo felice.

Domenica sera sapremo se felicità, gioia ed entusiasmo saranno ancora i sentimenti caratterizzanti per chi ama la Reggina. Partecipare ad un playoff di 28 squadre, con gare ad eliminazione diretta ed a botta secca nei primi due turni, è un po' come iscriversi ad un meeting di atletica col dubbio di dover correre i 100 metri, i 400 o la maratona. Ma con la certezza di dover spingere a fondo, dall'inizio alla fine.

--banner--

Di sicuro, la qualificazione alla post-season offre una prospettiva. Ancora ripensiamo ad alcune indelebili esternazioni di Luca Gallo, durante la sua conferenza di presentazione. "La Lega Pro... non ce la faccio", pronunciata con cadenza romanesca, è una frase che basta da sola a dare la carica. È impossibile fare calcio a Reggio, parlando di salvezza in Serie C. Storicamente, la Reggina in questa categoria ha sempre lottato per i primi posti.

Oggi si può realizzare, sul piano extratecnico, tutto quello di cui abbiamo scritto e verso cui abbiamo anelato negli ultimi quattro anni. Un club all'inglese, uno stadio rinnovato o ricostruito, un centro sportivo reso ancora più moderno, un merchandising al passo con i tempi. Unire a tutto ciò anche il risultato sportivo, nell'immediatezza, rappresenterebbe un capolavoro. Qualcosa di inimmaginabile fino allo scorso autunno.

Reggio Calabria vuole vincere. Domenica, ad accogliere il Monopoli, potrebbe esserci un numero di persone simile (purtroppo la curva nord è chiusa) a quello registrato per tante gare di Serie A, negli anni in cui abbiamo mangiato il caviale calcistico. Abbiamo ritrovato la Reggina. Non c'è paura ad entrare in Paradiso.