Reggina: godersela è facoltativo, cercare le streghe è... destabilizzante

taibisciarpadi Paolo Ficara - Esaltazione per un 3-0 in una sfida sentita, o compostezza in stile Nils Liedholm? Da troppo tempo i tifosi della Reggina non riescono a godersi qualcosa, in tutte le categorie. Così come per dieci giorni abbiamo evitato di aumentare la pressione verso allenatore e squadra, allo stesso modo dopo il trionfo sul Catania non ci sarà bisogno, giornalisticamente, di predicare maturità. Il tifoso sognerà adesso di vincerle tutte, e magari di fare la voce grossa ai playoff. Mister Drago farà il pompiere, sapendo che sul campo del Rieti terzultimo bisognerà dare continuità.

LE GAMBE – Dall'esterno possiamo analizzare solo i fattori, intervenuti a trasformare la Reggina nel giro di due settimane. Se la squadra ha realmente assunto una condizione atletica brillante ed uniforme, vorrà dire che non c'è motivo di temere il Rieti. La reattività nelle gambe non si può perdere tra una partita e l'altra, specie essendo reduci da un periodo floscio coincidente con la gestione Drago. Ma le differenze tra una squadra schiacciata negli ultimi 30 metri in casa dal Rende, e quella che non ha mai dato un attimo di tregua al decisamente più attrezzato Catania, non si può ridurre solo ad un aspetto atletico.

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IL MODULO – Avrà sicuramente inciso un avversario presuntuoso e mal disposto in campo, forse illuso dalle precedenti due vittorie consecutive. Ma il modulo 4-3-1-2, ossia quello utilizzato per la "quasi rimonta" sul Catanzaro, è sicuramente l'assetto che ha convinto di più. Dopo le prime scorribande di Calapai, è stato bravo Seminara a prendere le misure. Il 20enne scuola Empoli ha sfruttato l'occasione per "chiamarsi" il posto da titolare. Nella cerniera di centrocampo ci siamo sorpresi di non vedere Salandria, ma i vari Zibert, De Falco e Marino hanno tirato fuori polmoni e non solo. Bellomo ha finalmente potuto partire come rifinitore, qualche metro dietro le due punte. Oltre alle soluzioni di passaggio, in qualche frangente è andato proprio lui a fungere da centravanti. Infatti Doumbia e Strambelli sono stati esemplari nell'allargare le maglie della lenta difesa etnea. Se Drago fa parziale autocritica, sia implicita (col modulo) che con le dichiarazioni ("Forse ci ho messo troppo a capire questa squadra"), non gli fa affatto eco il suo direttore sportivo. Anzi. Nell'intervento di ieri su LaC, Massimo Taibi ha emesso diverse note stonate.

CACCIATORE DI STREGHE – Se gli articoli del Dispaccio rappresentano il maggiore cruccio del ds della Reggina, al punto da venire a chiederci confronti al Sant'Agata (come da lui stesso ammesso pubblicamente), siamo ben lieti che non abbia paturnie peggiori. Gli errori li ammettiamo, eccome: infatti a gennaio non avremmo dovuto esaltare il suo operato. Fossero stati Gabriele Martino o Simone Giacchetta a spendere soldi per il cartellino del 32enne Baclet, o ad omaggiare il Sassuolo del prestito con riscatto irrisorio di un 18enne promettente (Mastrippolito), o a fare quella conferenza stampa dopo l'1-1 col Rende, altro che dimissioni: avremmo invocato direttamente la camicia di forza. Taibi ha sbagliato tanto a gennaio e tantissimo a febbraio, cioè nei mesi immediatamente successivi al rinnovo con corposo adeguamento del suo contratto. In Serie B, diversi suoi colleghi guadagnano di meno. Ma ribadiamo: siamo ben lieti che, per lui, gli articoli del Dispaccio risultino più destabilizzanti della promozione di Ennio Russo a consulente tecnico. Non è più questione di stabilire se Taibi sia buono o no per la Reggina: chi non regge la pressione, nel suo mestiere, ha bisogno o di piazze molto piccole oppure di ripiegare verso le categorie dilettantistiche. Non sono stati criticati i giocatori, è stato criticato chi li ha scelti. Se per guardarci un allenamento senza essere insolentiti, dobbiamo parlare bene del direttore sportivo...