Reggina, 104 motivi per pensare positivo

regginaauguridi Paolo Ficara - Compleanno in sordina, ma c'è ancora voglia di festeggiare. La Reggina giunge al traguardo dei 104 anni, rispetto all'ormai lontanissimo 11 gennaio 1914. Una data che vedrà inaugurare la prima web tv targata Urbs Reggina 1914, maniera per calarsi nella realtà attuale, entrando negli smartphone e nei tablet delle migliaia di tifosi sparsi sul globo.

L'iniziativa è carina e lodevole, servirà ad accendere le luci. Ma il momento rimane tra i più bui attraversati in appunto 104 anni.

La Reggina è stata ad un rigore dalla Serie A alla veneranda età di 75 anni, tre quarti di secolo. Nel periodo immediatamente successivo, quando si è dovuti ricorrere alla prima sontuosa operazione in uscita targata Foti, la triplice cessione di Campolo, Di Sole e Tedesco alla Fiorentina servì a tenersi in vita. In quel momento, nessuno avrebbe immaginato che la Reggina, oltre a raggiungere la massima serie, ci sarebbe rimasta per 9 campionati, prima di arrivare a compiere 100 anni.

Allo stesso modo, quando Mazzarri ed i commoventi calciatori da lui portati ad annullare 11 punti di handicap ci tenevano incollati in mezzo a Juventus e Milan, nessuno poteva aspettarsi che il centenario sarebbe tristemente coinciso con una retrocessione in C. O, ancor peggio, quella mal celata guerra civile, forse ancora non del tutto chiara ai più, che ha decretato la fine di un club già messo in ginocchio dal proprio patron. Senza concedere la possibilità di rialzarsi.

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In occasione del 104° compleanno, con la Reggina che ancora Reggina a tutti gli effetti non è (il 30 giugno scade l'affitto dei beni materiali ed immateriali), ed in presenza di una situazione sportiva che preferiamo non rammentare per non rovinarci questo giorno di festa, fatichiamo ad immaginare una vera rinascita. Rinascita che non è avvenuta né dopo la mancata iscrizione del 2015, né dopo il fallimento del 2016. Dove saremo tra 10 o 20 anni, a prescindere dalle mani in cui saremo, proprio non ce lo immaginiamo. L'altalena del calcio potrebbe riportarci in alto, ma il timore è che il rinculo non si sia ancora esaurito.

Per tornare in alto servirà umiltà, consapevolezza di non essere infallibili, voglia di andare avanti con i fatti e non a chiacchiere. Non si può provare a vantarsi, guardando la situazione in cui versa il Messina o chissà quale altra realtà che nulla ha a che vedere col blasone della Reggina. Sarebbe più utile rivolgere lo sguardo a chi sta facendo meglio. Ed in Italia, tra squadre di Serie A, B, C, ma anche ai vertici in D, di esempi potremmo trovarne uno per ogni anno di vita della nostra squadra del cuore.

Spazio dunque ai ricordi, dai più datati ai più recenti. La Reggina, anno dopo anno ed a prescindere dai presidenti, rappresenterà sempre il padre o il nonno che ci porta per mano allo stadio. Buon compleanno a chi ce l'ha nel cuore.